La sua origine può essere genetica e familiare o condizionata dallo stile di vita
Le vene degli arti inferiori, sono delle strutture adibite a riportare il sangue dalla periferia verso il cuore, compiendo questo lavoro, con una bassa pressione e vincendo la gravità, per cui è intuitivo che una dilatazione delle stesse, comporta la mancata funzione delle valvole, di cui le vene sono dotate e che servono ad impedire il reflusso del sangue e quindi uno stazionamento dello stesso, che comporta ulteriore peggioramento.
Tutto questo determina la cosiddetta malattia venosa cronica, che riconosce una origine sicuramente genetica e familiare, ma che va accentuandosi nel tempo, anche in base al tipo di vita del paziente (gravidanze, tipo di lavoro, sedentarietà, ecc.). I primi segni della malattia, possono riconoscersi in pesantezza delle gambe, crampi notturni, irrequietezza, magari più accentuati nel periodo estivo, e dalla comparsa, inizialmente, di inestetismi cutanei (capillari rosso-brunastri), vene reticolari (quelle vene verdi più accentuate e tortuose), fino ad arrivare a microvarici e poi varici vere e proprie (vene collaterali del sistema safenico, molto dilatate e quindi molto visibili). In conseguenza di ciò, quando la malattia tende ad accentuarsi, si può correre il pericolo di andare incontro a patologie complesse e potenzialmente pericolose, come le tromboflebiti (ostruzione della vena, a vari livelli, da parte di un trombo), che possono interessare il circolo venoso profondo e superficiale e quindi essere purtroppo causa di eventi estremi, come l’embolia polmonare.
A tutto questo, si può far fronte con una buona diagnosi clinica e strumentale, attraverso una visita specialistica, che consenta di porre il giusto rimedio, che può essere medico (somministrazione di flavonoidi ad azione flebotonica ed eventuale contenzione elastica di vario tipo), estetico (terapia sclerosante dei capillari e delle vene reticolari, nonché delle microvarici), chirugico (asportazione delle varici attraverso piccoli interventi localizzati, fino ad arrivare alla rimozione delle safene con tecniche di stripping: mini, corto, lungo). Da tutto ciò, si evince l’importanza di non trascurare anche il più piccolo ed insignificante sintomo, da parte delle donne proprio per il loro percorso di vita, ma anche degli uomini, in particolare per quelli che svolgono lavori sedentari e gravosi, e quindi di sottoporsi a controlli periodici ( nelle donne in gravidanza, anche senza apparenti fenomenologie, almeno all’inizio, al V-VI mese e 15-20gg. prima di partorire).